News

Sconcertante Luciano Moggi che parla di una 'bolla di sapone' in cui c'è il sospetto che vi siano telefonate 'condizionate' dalla giustizia sportiva. Sulla falsa riga di Calciopoli, mentre tutto il mondo del calcio si indigna all'unisono.


Il mondo del pallone condanna lo scandalo del calcioscommesse. Tranne Luciano Moggi.

disposizione.L’organizzazione è immensa (da Singapore al Sudamerica e l’Europa), il giro di denaro altrettanto importante tanto che gli inquirenti hanno parlato di una struttura transnazionale che racchiude decine e decine di Paesi differenti che operavano tra loro attraverso le reti telematiche di scommesse e con emissari che venivano mandati sul posto, cioè laddove si svolgevano le gare incriminate, con il compito di controllare, minacciare e riferire le evoluzioni in tempo reale. Insomma, una struttura che ha coinvolto soprattutto le partite di seconda fascia, anche in Serie A ma di caratura minore, utili per poter ‘aggiustrae risultati’ con una spesa di corruzione limitata e che puntava soprattutto a gestire le gare di Serie B e di Lega Pro.
Oggi, davanti alle conferenze stampa fiume degli inquirenti e in attesa degli interrogatori per spiegare lo scandalo scommesse, arrivano le considerazini e le dichiarazioni dal mondo del calcio, unito nel condannare la vicenda e nel porre dei paletti sempre più rigidi contro la corruzione e lo scandalo scommesse. Come disse già in estate il presidente Uefa Platini che auspicò la radiazione a vita e una commissione europea che avrebbe utsato la ‘tolleranza zero’ nei confronti delle parti coinvolte, fossero semplici giocatori, società o federazioni.
scandalo scommesse
Il secondo filone delle indagini dell'inchiesta 'Last Bet' rimette il calcio in ginocchio

La speranza di Abodi, Lega Calcio B

Abodi, Presidente Lega B
Il presidente della Lega Calcio di Serie B, largamente coinvolta nelle vicende è stato tra i primi a prendere la parola: “Queste nuove inchieste sul filone del caclioscommesse portano grande amarezza che già abbiamo provatato di recente. Il fatto che siano pochi i soggetti coinvolti è solo una magra consolazione. Chiunque è coinvolto deve essere sanzionato ed espulso. Il calcio non può essere inquinato“.
Parole pesanti che però lasciano spazio anche a qualcosa di positivo: “Questo secondo filone evidenzia elementi di novità” ha sottolineato ancora il presidente Abodi: “Un giocatore di una squadra di B, è stato raggiunto da questi personaggi ma ha fatto quello che doveva: denunciando. Il nostro mondo inizia cpsì a dare segni di capacità di difesa: noi abbiamo un patto di lealtà da rispettare e il privilegio che hanno di lavorare nel calcio può dare soddisfazioni se non si viene meno a questo patto. Altrimenti è giusto che si determinino sanzioni pesanti. Da un certo punto di vista non dobbiamo abbassare la guardia:  dobbiamo alzare il controllo e collaborare con chi ha maggiori capacità investigative delle nostre“.
scandalo scommesse
Calcio e scommesse, un connubio difficile da sciogliere

Abete e Beretta: Serie A salva, ma magra 


consolazione


Lo stesso pensiero l’ha avuto il presidente FIGC, Giancarlo Abete, dettosi non sorpreso di quanto stia venendo alla luce: “Sta di fatto che molti dei soggetti interessati a questa seconda fase risultano essere già stati sanzionati e alcuni radiati dagli organi di giustizia federale”. Mentre i pensieri del numero 1 della federcalcio sono rivolti anche allo scandalo di Calciopoli e al difficile tentativo di ridimere le tensioni dopo un tavolo della pace che si è infranto su posizioni opposte e troppo adicate, adesso c’è anche da affrontare anche il problema delle scommesse illegali che rischiano di deturpare definitivamente il mondo del pallone.

Sapevamo che l’inchiesta stava andando avanti – ha ricordato Abete – visto che ci era stata preannunciata“. Sull’ipotesi di nuove penalizzazioni contro le società, Abete ha fatto capire che tgutti gli scenari restewranno aperti ma che ” ovviamente si dovrà attendere le risultanze dell’indagine“. Anche per Abete, si ritorna però ad una notizia da non dimenticare e cioè che un giocatore ha avuto il coraggio di denunciare il tutto: “importante evidenziare lo stretto rapporto fra la Procura federale e la Procura della Repubblica di Cremona, e il fatto che il giocatore del Gubbio si sia rivolto alla Procura federale che ha trasferito il tutto ai magistrati”.Altro aspetto consolante in tutto questo trambusto arriva anche dal presidente di Lega di Serie A, Mario Beretta che, malgrado tutto, prova a vedere il cosiddetto bicchiere mezzo pieno: “Ci tengo a sottolineare che al momento fino a notizie contrarie la Serie A non é toccata dall’inchiesta sulle scommesse riesploso stamani. La notizia comunque é preoccupante per tutti, noi abbiamo interesse a preservare il calcio di tutte le categorie, tutto si deve basare sulla trasparenza, serve rigore nell’accertamento delle responsabilità e poi dobbiamo essere durissimi nelle pene, basta non fare di ogni erba un fascio“. E siccome l’indignazione da sola non basta mai, ecco che lo stesso Beretta prova a delineare l’impegno che andrà preso da parte di tutti gli organi del mondo del calcio contro la piaga delle scommesse illegali: “Le contromisure? Dobbiamo essere tutti impegnati a far capire che non esiste tolleranza e tutti siamo impegnati in questa direzione
scandalo scommesse

http://bonussport.blogspot.com/
L'organizzazione criminale ha forti radici estere con basi a Singapore

L’imbarazzo del mondo del calcio


Più circoscritte le dichiarazioni dei diretti interessati, tra amministratori delegati e dirigenti di club che commentano il fatto con il beneficio del dubbio.
Ernesto Paolillo, ad Inter
Come Galliani, in attesa di nuovi risvolti per chiarirsi al meglio le idee: “Fa molto male all’immagine del calcio. Ho visto i titoli e sono arrivato in ufficio, non conoscevo questi ultimi fatti e non è mia abitudine commentare. Vediamo di cosa si tratta“. Delo stesso pensiero il tecnico rossonero, Max Allegri:La vicenda del calcioscommesse? L’ho vissuta male, non è piacevole, sono ragazzi che hanno passato anni nei campi di calcio. Spero per loro che tutto si risolva nel migliore dei modi, hanno una vita davanti, quando uno smette di giocare non è vecchio, ha una vita di fronte, quindi cadere in queste cose non fa piacere”.
O come Marino, il dg dell’Atalanta, direttamente coinvolta ancora, con la figura di Doni: “Ora, di fronte a questo provvedimento grave, ma non definitivo, dobbiamo attendere che la giustizia faccia il proprio corso. Noi abbiamo la massima fiducia nei magistrati. L’Atalanta, del resto, ha già pagato il proprio debito e ora deve pensare solo al campo, anche se la vicenda ci ha turbato molto. La società deve dare forza alla squadra ed alla città“.
Radiazione per chi sbaglia, non si possono dare sanzioni che siano una via di mezzo. Queste cose vanno combattute drasticamente“. Questa è invece stata la posizione del direttore generale dell’Inter, Ernesto Paolillo che si sposa col pensiero di Lo Monaco, ds del Catania: “Mi auguro che questi ultimi episodi facciano da deterrente, è un problema che esiste, è una stortura, un malcostume che va assolutamente estirpato.”
scandalo scommesse
Luciano Moggi, sempre controcorrente. Anche sullo scandalo del calcioscommesse
A parte, invece, le parole di Luciano Moggi che utilizza lo scandalo scommesse ‘pro domo sua’ per tornare sul concetto di una giustizia ad orologeria se non truccata. In pratica, la tesi è sempre la stessa: gli inquirenti decidono prima chi colpire e poi ci costruiscono attorno le prove con telefonate tagliate ‘ad hoc’ e indagini unidirezionali.
Non conosco bene quello che è successo e alle intercettazioni credo poco per natura, visto che le mie sono state tagliate a seconda di quello che conveniva, per cui non voglio emettere giudizi. Il calcio non credo sia così inquinato, anche guardando a quello che è successo a me, e questo ultimo scandalo dimostra che il calcio è quello di prima e anche i problemi arbitrali sono peggiorati
Parole dure dell’ex dg della Juventus che ha poi provato a correggere il tiro: “Certo, sono state attuate delle misure cautelari, ci sono delle persone che sono agli arresti e che a livello di immagine hanno tutto da perdere, per cui voglio pensare che i magistrati abbiano in mano cose sostanziali”‘.

Calcio scommesse: l'incubo è tornato, in manette Doni e Sartor, epicentro scandalo in ThailandiaPensavate che fosse finita con una semplice bolla di sapone scoppiata e dissoltasi nel nulla? Niente di più sbagliato.L’incubo del calcio scommesse, scandalo che ha riempito le pagine dei principali quotidiani sportivi e nazionali d’Italia, è tornato. Il procuratore federaleStefano Palazzi, dopo la fine del processo sportivo e la comminazione delle rispettive condanne per società e atleti deferiti, aprì un ipotetico fascicolo bis, da prendere seriamente in considerazione qualora le indagini sul fronte penale aprissero a nuovi scenari.
E’ così è stato: stamane verso le 05, 30 del mattino, è stato fermato nella sua abitazione bergamasca il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e con lui sono stati portati in manette altri ex calciatori: Luigi Sartor, ex difensore di Vicenza, Inter e Roma, Gervasoni del Piacenza e CarrobbioDoni, insieme a Nicola Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna e Antonio Benfenati, titolare quest’ultimo di uno stabilimento balneare nei pressi di Cervia, sono ritenuti i tre che, alla luce da quanto emerso in questo secondo filone dell’indagine, avrebbero organizzato la combine di alcune gare di Serie B.
Ancora non si conoscono i dettagli dell’indagine, ma da quanto emerge da questa nuova inchiesta condotta sempre dalla procura di Cremona, l’epicentro dello scandalo ruoti attorno ad un certo Eng Tan Seet, che aveva il ruolo di gestire il gruppo di partite coinvolte nella combine. Ogni partita aveva un trattamento molto oneroso a livello economico, circa 500 mila euro era la cifra che sarebbe stata pagata agli ex calciatori corrotti.Calcio scommesse: l'incubo è tornato, in manette Doni e Sartor, epicentro scandalo in ThailandiaLe stagioni coinvolte sarebbero quella 2007- 2008, 2009- 2010 e 2010- 2011. Si indaga anche su gare di Serie A e della Coppa Italia. Il thailandese in questione aveva dei complici che lo aiutavano nella combine, persone residenti nell’Europa dell’Est. Gli organi di polizia degli altri paesi sono state mobilitate: Croazia, Germania, Finlandia e Ungheria, i paesi che hanno collaborato con la procura cremonese. Ora per gli arrestati si aprono le porte del carcere. Esprimere giudizi sommari e dare sentenze è impossibile; sarà solo compito della magistratura di Cremona, a cominciare dal suo procuratore capoRoberto Di Martino, a formulare come si deve i capi d’accusa per i soggetti coinvolti. La giustizia farà il suo corso, confermando la colpevolezza degli accusati o smantellando quanto sostiene l'indagine della procura di Cremona. La vicenda calcio scommesse è tornata alla ribalta; quella che sembrava una semplice vibrazione rischia di esplodere in aria come un grosso vulcano in piena eruzione e innalzare nubi sempre più nere sul nostro pallone, un pallone sempre più macchiato.

Calcio scommesse: primi interrogatori per gli arrestati, l'ombra della Camorra sul giro di combine?

Calcio scommesse: primi interrogatori per gli arrestati, l'ombra della Camorra sul giro di combine?
Il secondo filone del calcio scommesse entra nel vivo dell’indagine che non si ferma con l’arresto dei calciatori indagati, ma vuole andare oltre. L’obiettivo della Procura di Cremona, a cominciare dal suo procuratore capo Alberto Di Martino e dal Gip Salvini, è capire chi c’è dietro tutta questa vasta organizzazione. Si cerca il presunto "Capo dei Capi", colui che ha voluto creare tutto questo.
Oggi il tanto ricercato "Capo dei Capi" non ha ancora un identikit e l’indagine cremonese, in collaborazione con l’Interpol e le forze di polizia di ben quattro paesi, porta alla scoperta di un thailandese, individuato come uno degli organizzatori del giro di scommesse illegali. Il secondo fatto, ancora più scandaloso e deleterio è il presunto coinvolgimento della Camorra dentro al sistema. Il nome della criminalità organizzata si è fatto già quest’estate quando si parlava di un giro d’interessi riguardo alcune presunte partite truccate della Lega Pro, gare che hanno coinvoltosquadre campane, ma ora quest’ombra sospetta inizierebbe a crescere sempre di più.
Le ultime novità portate dalle indagini, parlano di una serie scommesse, fatte dai bookmakersthailandesi, che sarebbero state comprate da alcuni esponenti dei clan camorristici, con l’autorizzazione a scommettere in Italia, nella fattispecie nel capoluogo campano per poi riscattare le eventuali vincite sempre a Napoli. Quanto la Camorra sia effettivamente coinvolta, ce lo dirà il lavoro degli stessi giudici cremonesi. Resta ad ogni modo un particolare inquietante che emerge dalle indagini, ma anche dalle testimonianze dello slavo Crtvak, coinvolto nel giro illegale di scommesse, arrestato e ora collaboratore di giustizia“Dai miei contatti olandesi sapevo solo che a Napoli ci sono dei cinesi asiatici che fanno scommesse. Quando si vinceva potevi andare a Napoli a ritirare i soldi". Un altro pentito, se così possiamo chiamarlo, arrestato in Finlandia parla in modo esplicito di alcune gare truccate, indicando anche i rispettivi campionati. Oggi si ha la conferma che alcune gare di Coppa Italia più Napoli- Sampdoria dello scorso campionato, gara vinta 4-0 dai partenopei, sarebbe inserita nella lista delle gare incriminate. Come funzionava il sistema? Una volta ricevuta l’autorizzazione a scommettere in Italia, si permetteva di scommettere nello stesso tempo sulla vittoria della squadra di casa, sul possibile pareggio e l’eventuale sconfitta: un sistema molto complesso, ma mirato a due obiettivi: non perdere un centesimo dei soldi scommessi, ma addirittura riciclare il denaro.L’inchiesta Last Best sta per entrare “sul casello autostradale Singapore- Napoli”; una tratta nuova, particolare che potrebbe a breve raccontarci nuovi scenari.

Oggi il tanto ricercato "Capo dei Capi" non ha ancora un identikit e l’indagine cremonese, in collaborazione con l’Interpol e le forze di polizia di ben quattro paesi, porta alla scoperta di un thailandese, individuato come uno degli organizzatori del giro di scommesse illegali. Il secondo fatto, ancora più scandaloso e deleterio è il presunto coinvolgimento della Camorra dentro al sistema. Il nome della criminalità organizzata si è fatto già quest’estate quando si parlava di un giro d’interessi riguardo alcune presunte partite truccate della Lega Pro, gare che hanno coinvoltosquadre campane, ma ora quest’ombra sospetta inizierebbe a crescere sempre di più.

Le ultime novità portate dalle indagini, parlano di una serie scommesse, fatte dai bookmakersthailandesi, che sarebbero state comprate da alcuni esponenti dei clan camorristici, con l’autorizzazione a scommettere in Italia, nella fattispecie nel capoluogo campano per poi riscattare le eventuali vincite sempre a Napoli. Quanto la Camorra sia effettivamente coinvolta, ce lo dirà il lavoro degli stessi giudici cremonesi. Resta ad ogni modo un particolare inquietante che emerge dalle indagini, ma anche dalle testimonianze dello slavo Crtvak, coinvolto nel giro illegale di scommesse, arrestato e ora collaboratore di giustizia“Dai miei contatti olandesi sapevo solo che a Napoli ci sono dei cinesi asiatici che fanno scommesse. Quando si vinceva potevi andare a Napoli a ritirare i soldi". Un altro pentito, se così possiamo chiamarlo, arrestato in Finlandia parla in modo esplicito di alcune gare truccate, indicando anche i rispettivi campionati. Oggi si ha la conferma che alcune gare di Coppa Italia più Napoli- Sampdoria dello scorso campionato, gara vinta 4-0 dai partenopei, sarebbe inserita nella lista delle gare incriminate. Come funzionava il sistema? Una volta ricevuta l’autorizzazione a scommettere in Italia, si permetteva di scommettere nello stesso tempo sulla vittoria della squadra di casa, sul possibile pareggio e l’eventuale sconfitta: un sistema molto complesso, ma mirato a due obiettivi: non perdere un centesimo dei soldi scommessi, ma addirittura riciclare il denaro.L’inchiesta Last Best sta per entrare “sul casello autostradale Singapore- Napoli”; una tratta nuova, particolare che potrebbe a breve raccontarci nuovi scenari.


Comincia a farsi molto più pesante la situazione del campionato di calcio dato che ora alcuni degli indagati hanno cominciato a parlare, ed hanno tirato in ballo anche laSerie A. In particolare sarebbero Zamperini e Carobbio che hanno confessato tutto, parlando di cose che comunque ormai sapevamo già, e cioè come era organizzata la combine nelle partite o il coinvolgimento dei cosiddetti “zingari”, cioè il gruppo di slavi che facevano da tramite con i finanziatori di Singapore. Tipi con cui non si può scherzare dato che, come diceva Micolucci, sono trafficanti d’armi.
LE PARTITE DI A – Intanto, come dicevamo, anche alcune partite di A sono finite sotto la lente di ingrandimento. Sotto osservazione sono Brescia-Bari, Brescia-Lecce, Brescia-Chievo, Napoli-Sampdoria e Lecce-Lazio, mentre per quanto riguarda la B, oltre al coinvolgimento dell’Atalanta fino allo scorso anno, pare aggravarsi la situazione dell’Albinoleffe, di cui gli accusati dicono erano coinvolti quasi tutti i calciatori, e quella di altre squadre come Grosseto, Mantova e Piacenza il cui nome spunta spesso nell’elenco di partite truccate.
Ma ciò che, se possibile, rende ancora più triste tutta la vicenda è che il sistema dellescommesse illegali era molto più diffuso e ramificato, e cominciano a spuntare nuove verità. Ad esempio sono state rivelate scommesse illecite in quel di Bari, dove alcuni asiatici, pare non legati al gruppo di Singapore, avessero stretto rapporti con la mafia locale per scommettere forte su alcune partite; oppure a Napoli dove si dice ci fossero “i cinesi”. Insomma, il sistema del calcio-scommesse è fin troppo esteso ed eradicarlo sembra sempre più complicato.

La gola profonda del calcio: «1,5 mln a puntata»

In questi giorni i nostri agenti sono in giro a caccia dei latitanti», dice un alto funzionario di Polizia arrivato a Cremona. Ungheria, Croazia, Finlandia ma soprattutto Singapore, che sembra essere il cuore di questa organizzazione criminale. Da lì, dalla Repubblica asiatica, arriva la «gola profonda» che ha aiutato la procura cremonese a svelare nuovi scenari legati alla manipolazione delle partite di calcio in tutto il mondo. Si chiama Raj Wilson Perumal, è considerato il numero due della rete criminale ed è stato arrestato a febbraio di quest’anno in Finlandia, dove è tuttora detenuto. Gli investigatori cremonesi sono andati fin nel Paese scandinavo per sentire il suo racconto sul funzionamento della piovra delle scommesse illegali. 
E la gola profonda ha parlato. A capo della «organizzazione a delinquere - dice Perumal - siamo un gruppo di sei persone chiave». Al vertice c’è il capo, Eng Tan Seet, classe ‘64. Sotto di lui un nucleo di cinque persone e una serie di «azionisti: vengono da diversi Paesi, dall’Europa dell’Est e dall’Asia, e ogni azionista riceve la sua parte calcolata sui benefici illegali acquistati dall’associazione». Sotto gli «azionisti» ci sono i «subordinati», che fanno i lavori pratici e infine i «passatori di denaro», quelli che portano i soldi «nei luoghi dove si gioca o nei Paesi in cui si rimette il denaro ai giocatori e ad altre persone corrotte o quando necessita denaro per altre spese». L’ultimo viaggio italiano di uno di questi «passatori» è avvenuto di recente.
Il 4 novembre scorso. Erano le 5.45 quando Huat Choo Beng, oggi latitante, sbarca all'aeroporto di Malpensa con un volo proveniente dal sud est asiatico. È il braccio destro del capo, Eng Tan Seet, e dallla ricostruzione del giudice Salvini, quando arrivato in Italia «ha fatto diverse telefonate all’interno dello scalo ed è stato rilevato da un componente, probabilmente italiano, dell’organizzazione» che lo ha accompagnato all’Hotel Sheraton, «sempre interno allo scalo». Qui «ha chiesto una camera, dove si è trattenuto per meno di tre ore, ripartendo per Singapore col volo delle 12.15».
Una strana visita che non è passata inosservata. Gli investigatori hanno accertato che «all’imbarco a Singapore il trolley che Huat Choo Beng aveva con sé pesava nove chili mentre al momento del reimbarco a Milano Malpensa pesava solo otto chilogrammi». È quindi «pressoché certo - scrive il giudice nella sua ordinanza - che Choo Beng sia giunto in Italia solo per consegnare qualcosa, per conto dell’organizzazione, all’emissario che si è incontrato con lui». Che cosa? «Molto probabilmente, insieme ad informazioni, una somma di denaro celata in qualche contenitore, somma destinata a finanziare le attività illecite dell'organizzazione». Quello di novembre non è però l'unico viaggio fatto dagli asiatici. La presenza sia di Choo Beng sia del capo Tan Seet, è scritto nell’ordinanza, «è stata accertata molte volte e sempre in occasione di brevi viaggi, sia presso l’hotel Sheraton sia presso l'hotel Crowne Plaza, anch’esso prossimo all’aeroporto di Malpensa». 
Per avere un’idea del giro di soldi che sta dietro all’organizzazione, che stando ai riscontri attuali sarebbe attiva solo nelle scommesse illegali, bisogna tornare alle parole della gola profonda Perumal: «Il beneficio normale sulle scommesse di una partita - racconta l’ex numero due del sodalizio - è tra i 500mila e 1,5 milioni di euro, scontate le spese». Se si considera che «nel trascorso di questi ultimi tre anni, l’associazione ha organizzato partite per decine in Europa, Africa, Vicino Oriente e America», si può capire quanto denaro muove l’organizzazione. 
Dalle carte emerge infine l’intercettazione tra Cristiano Doni e Nicola Santoni, l’amico dell’ex giocatore atalantino che aveva deciso di collaborare e al quale il capitano nerazzurro avrebbe proposto dei soldi per cambiare la sua versione. Doni avrebbe anche suggerito a Santoni di cambiare a distanza, con un accesso remoto, la password dell’Iphone dell’amico, quando già l’apparecchio era stato sequestrato dalla polizia. «Fantozzi è lei?», dice l’ex capitano a Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna Calcio. Doni, che «per precauzione» parla dal telefono intestato ad una utenza romena di un’altra persona, chiede anche a Santoni di camuffare la voce («fai il falsetto, fai il falsetto») e, distorcendo anche lui il tono, spiega che «tramite il computerino si cambia il passwordino», facendo riferimento alla possibilità di «entrare da remoto» nel cellulare (il famoso Iphone) attraverso un computer.


  Calcio scommesse - Spunta l'ombra della camorra


Calcioscommesse - Spunta l'ombra della camorra
Le indagini in corso su un traffico di scommesse illegali via internet coinvolgono una associazione criminale asiatica e la camorra, in una sorta di associazione segreta che permetteva di svolgere giocate illegali sui bookmakers di Singapore e di incassare le vincite in Italia.
Le rivelazioni in tal senso sono state fatte all'Interpol da un pentito, uno slavo di nome Crtvak, che ha fatto i nomi di un contatto asiatico, per la precisione un tale Dek di base a Singapore, e alcuni altri contatti italiani e olandesi, tramite i quali si veniva a sapere quali fossero i riferimenti nel nostro Paese, in particolare alcuni cinesi residenti nel napoletano, che facevano scommesse. In caso di vincita, la cifra si poteva andare a ritirae a Napoli.
Il collaboratore di giustizia non prala di speficiche partite, ma un altro pentito, di origine thailandese, ha invece parlato chiaramente di match di livello mondiale e partite truccate ai campionarti africani, europei, e alcune partite del campionato italiano, nel caso specifico, il match Napoli-Sampdoria, terminata 4-0 per i partenopei.
Sulla base delle inchieste in atto da parte della Procura di Napoli, l'Interpol sta cercando di scavare più in profondità, specialmente sul campionto italiano di Serie A e sulle agenzie di scommesse.
Pare che a camorra avresse comprato direttamente bookmakers esteri l'autorizzati a scommettere in Italia e, grazie ad un complicato meccanismo, si riusciva a giocare contemporaneamente su 1, X e 2 con la certezza quantomeno di non perdere denaro, e la sicurezza di poterlo riciclare.


Il paradiso delle scommesse illegali 

SI RIAPRE LA FERITA SCOMMESSOPOLI

Di certe cose faremmo volentieri a meno di parlarne, ma purtroppo, ennesimamente, ci ritroviamo costretti a prendere atto di uno dei peggiori mali che girano sul calcio italiano: il giro delle scommesse illegali.
Nella giornata di ieri, infatti, sono stati arrestati, fra gli altri, Doni e Sartor, due ex giocatori di Serie A, uno addirittura nazionale italiano in passato.
Stando a quando trapelato dall’inchiesta rinominata “Last bet”, il vertice dell’organizzazione risiederebbe a Singapore, e ha interessi in tutta l’Europa dell’est, sino ad arrivare qui in Italia dove Doni sarebbe uno dei promotori principali.







10Bet | 188Bet | 888 | Bet365 | Bet A Sport | Redbet | Sportingbet 

Sports Interaction | Stanjames | Totesport | Unibet |Vcbet | William Hill

In Asia il mercato vale 90 miliardi di dollari
Il mercato illegale delle scommesse in Asia, secondo una stima effettuata dall’Universita’ di Pechino, potrebbe valere 90 miliardi di dollari (circa 69 miliardi di euro), con margini per gli operatori di circa 10 miliardi (7,6 miliardi di euro), secondo quanto riferito recentemente dall’Essa (European Sport Security Association).

L’INCHIESTA
 – Il dato, nettamente superiore al miliardo e mezzo di euro prodotto dal mercato illegale italiano, assume una rilevanza speciale in relazione all’inchiesta Last Bet condotta dalla procura di Cremona che oggi ha portato a 17 arresti: l’indagine ha evidenziato l’esistenza di un’organizzazione con nucleo a Singapore.
PUNTATE SENZA LIMITI - Le puntate online senza limiti su gare singole, anche superiori al milione di euro a colpo, sono impossibili nel circuito legale italiano ma costituiscono una delle caratteristiche ‘vincenti’ dei grandi bookmaker asiatici, presso i quali transitava il giro di denaro della cricca sotto inchiesta a Cremona: ‘Si tratta di operatori di enorme capacita’ finanziaria – ha spiegato ad Agipronews un bookmaker internazionale che preferisce l’anonimato – che raccolgono gioco dall’Europa’.
UN MARGINE PIU’ BASSO – Sul mercato asiatico il margine di guadagno del banco e’ piu’ basso rispetto a quello italiano, 2 euro su 100 puntati in Asia contro i 10 su 100 scommessi in Italia. Ed e’ sui massicci flussi di gioco che i bookmaker asiatici cercano il massimo guadagno. I siti leader del settore mettono insieme le super-scommesse milionarie provenienti dall’Europa e il denaro raccolto dai rounders, i broker porta a porta che girano nei mercati e nelle strade delle piu’ importanti citta’ asiatiche (Singapore, Kuala Lumpur) dove il gioco e’ spesso vietato.

PERCHE’?
 – Ma perche’ ci si rivolge a soggetti tanto lontani dal nostro mondo? ‘Il motivo – spiega ancora il bookmaker internazionale – e’ che l’allibratore si riserva una percentuale di guadagno minore a fronte di quote piu’ convenienti per il giocatore. Cosi’ il margine teorico di guadagno del banco e’ molto ridotto in percentuale ma enorme in cifre assolute visto il massiccio flusso di gioco’. Tante puntate e rischi folli, quindi, in caso di risultati sfavorevoli? ‘Apparentemente si’, in realta’ no, visto che i bookmaker rivendono online le scommesse accettate ad altri operatori, riassicurando il rischio e limitando quasi totalmente il pericolo di perdite’. C’e’ pero’ un mercato illegale ancora piu’ florido rispetto a quello asiatico. Negli Stati Uniti, spiega Agipronews, il rapporto fra legale e illegale e’ di 1 a 100: a fronte di scommesse legali per circa 2 miliardi e margine di 195 milioni per gli operatori, il gioco non autorizzato e’ stimato in 200 miliardi di dollari, con margini per 20 miliardi.




Cremona, 21 dicembre 2011 - Venticinque sms tra il cellulare di Carobbio e quello di un componente della banda degli "zingari", la costola dell'Est Europa dellapresunta mega-organizzazione che truccava le partite per scommesse illegali e che aveva ramificazioni a Singapore. Sms cheCarobbio, attualmente in forza allo Spezia e Almir Gegic si scambiano nel maggio 2010 prima, durante e dopo la partita tra Grosseto e Reggina, finita 2-2.
Sms nei quali a fine partita Carobbio si lamenta conGegic dell'allora compagno di squadra Joelson, reo di non aver tirato il rigore "che avrebbe dovuto sbagliare". E' questo uno degli elementi dell'accusa contro il giocatore nato ad Alzano Lombardo e con una carriera in diverse squadre soprattutto di serie B, tra Siena, Grosseto, Albinoleffe.
E ci sarebbero le prime ammissioni del centrocampista, che è stato ascoltato nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. Carobbio si trova attualmente agli arresti nel carcere di Cremona. Carobbio, oltre a confermare di ''esser stato a disposizione'' dello stesso gruppo per alterare in cambio di soldi almeno cinque incontri delle squadre dove giocava, avrebbe detto anche di piu': sostenendo, in sostanza, che anche le partite dell'Albinoleffe quando lui era a Bergamo erano truccate.
Con Carobbio è stato sentito anche un altro calciatore arrestato, Alessandro Zamperini, con un passato anche in Inghilterra. Sarebbe stato Zamperini, non più tardi del novembre scorso, a contattare un ex compagno di squadra ai tempi delle giovanili e che ora gioca a Gubbio per proporre di truccare la partita tra Gubbio e Cesena, che valeva per la Coppa Italia.
Dalle pagine dell'ordinanza, si capisce come secondo l'accusa, quel Grosseto-Reggina del 22 maggio 2010 doveva essere una partita "accomodata". Oltre a Carobbio, per la procura sono coinvolti anche Kewullay Conteh,Ignazio Jose Joelson Paolo Acerbis, quest'ultimo portiere, tutti giocatori che a quel tempo militavano nella squadra grossetana. Il compenso agli atleti per truccare la partita sarebbe stato da parte dell'organizzazione di centomila euro.
Secondo gli accordi, il Grosseto avrebbe dovuto perdere con due gol di scarto. Nella partita dovevano essere realizzati almeno tre gol, mentre il Grosseto non avrebbe dovuto prendere gol nei primi quindici minuti. Anche durante l'intervallo Carobbio parlerebbe con l'organizzazione via sms. Durante l'intervallo, Vinko Saka, quello che aveva colloqui con Tan Seet Eng - il factotum dell'operazione, proveniente da Singapore - si scambia dei messaggi con Carobbio il quale conferma che ''tutto sta andando bene''.
L'accordo però alla fine non fu rispettato e appaiono adesso inquietanti le parole di Gigi Consonni, giocatore del Grosseto che quel giorno batté il rigore, segnandolo e facendo, senza saperlo, saltare gli accordi: "Ho tirato io, ho tolto dall'imbarazzo qualche mio compagno che non voleva batterlo".
Ma l'ordinanza va avanti. E spiega come a quel punto l'organizzazione decise, per recuperare i soldi, di truccare Empoli-Grosseto, nella giornata calcistica successiva, il 30 maggio. Alija Ribić e Vinko Šaka, due del ramo dell'Est Europa dell'organizzazione, vennero in Italia per accordarsi presumibilmente con Carobbio. Anche in quel caso il piano andò a vuoto: il Grosseto avrebbe dovuto perdere la partita, che poi finì in pareggio 2-2.



IngleseSpagnoloTedescoFranceseItalianoPolaccoSvedeseDaneseNorvegeseFinlandesePortogheseGrecoTurcoRumenoCecoUnghereseOlandeseCroatoRusso





Bet365 | Bet A Sport | Redbet | Sportingbet  Sports Interaction | Stanjames | Totesport | Unibet |Vcbet | William Hill10Bet | 188Bet | 888 |